ChatGPT, la rivoluzionaria tecnologia di intelligenza artificiale di OpenAI, è tornata disponibile in Italia!
Nel nostro approfondimento "ChatGPT bloccato in Italia: riflessioni e prospettive per il futuro" avevamo commentato il blocco dell'utilizzo di ChatGPT rivolto agli utenti italiani da parte di OpenAI come conseguenza di un intervento del Garante della Privacy italiano.
Da ieri la situazione è cambiata. Vediamo insieme come.
In un'email inviata il 28 aprile 2023 da OpenAI ai suoi utenti italiani, la società ha annunciato la ripresa di ChatGPT in Italia e ha espresso il proprio apprezzamento per la pazienza dimostrata durante la sospensione temporanea del servizio.
Ma quali sono stati i cambiamenti che hanno permesso la riapertura di ChatGPT in Italia?
Secondo una recente analisi, OpenAI ha soddisfatto tutte le richieste del Garante della Privacy, adottando modifiche significative alle condizioni d'uso e ai diritti degli utenti.
Di seguito elenchiamo i principali aggiornamenti:
Fabio Marchesi, founder di Servizi Multimediali, ha condiviso il suo punto di vista riguardo l'evoluzione della situazione:
"Sono lieto di constatare che la questione relativa al blocco di ChatGPT in Italia si sia risolta in tempi più brevi di quanto immaginavo. Apprezzo l'atteggiamento di OpenAI, che ha dimostrato di essere attento alle richieste del Garante della Privacy italiano e ha fatto il necessario per rendere il servizio nuovamente disponibile agli utenti italiani. Questo è particolarmente significativo se si considera la quota di mercato rappresentata dalla popolazione italiana, che non rendeva affatto scontata la reazione di OpenAI.
Sono sorpreso che il team di sviluppatori di OpenAI sia riuscito a implementare tutte le richieste del Garante, in particolare quelle riguardanti la cancellazione dei dati. Non ho ancora chiaro il processo tecnico adottato, poiché le ipotesi di risoluzione suggerivano un nuovo training dell'intera intelligenza artificiale a seguito di una richiesta di cancellazione.
Rimango dell'opinione che azioni come quella intrapresa dal Garante della Privacy italiano dovrebbero essere coordinate da un organo rappresentante di tutti i membri della Comunità Europea, piuttosto che da una singola nazione."