Gli Agenti AI complicano il lavoro quotidiano?
"Ecco l'ennesimo Agente AI che rivoluzionerà il tuo business...". È una promessa che sentiamo ogni giorno.
Il mercato è pieno di strumenti che promettono di automatizzare qualsiasi attività con pochi click, ma che spesso finiscono per complicare ulteriormente il lavoro quotidiano. L'entusiasmo iniziale si trasforma rapidamente in frustrazione quando ci si scontra con interfacce complesse, funzionalità incomplete e promesse non mantenute.
In Servizi Multimediali abbiamo vissuto questa situazione: l'entusiasmo per le nuove tecnologie seguito dalla delusione per i risultati effettivi. Questo ci ha portato a ripensare completamente il nostro modo di utilizzare l'Intelligenza Artificiale e a sviluppare gli Hatchi.
La disillusione come punto di partenza
All'inizio del nostro percorso di utilizzo dell'Intelligenza Artificiale abbiamo provato decine di strumenti che promettevano di automatizzare le nostre attività. Lo facciamo tutt'ora. Fa parte della nostra attitudine: apprendere attraverso l'esperienza.
Spesso ci siamo trovati in situazioni frustranti: spendere ore per imparare a usarli solo per ottenere risultati che necessitavano comunque di significative revisioni. In quei casi ci siamo accorti che ci facevamo sempre la stessa domanda: "Questo strumento ci sta davvero semplificando il lavoro o ci sta facendo perdere tempo e focus?"
Stavamo perdendo più tempo di quanto ne stessimo risparmiando.
E soprattutto, stavamo accumulando abbonamenti a strumenti che, dopo l'entusiasmo iniziale, finivano in quella cartella mentale (ed economica) etichettata "soluzioni che non usiamo più".
Un approccio diverso
Questa consapevolezza è stata illuminante, un vero e proprio punto di svolta nel nostro approccio all'Intelligenza Artificiale.
Ci siamo resi conto che il problema non risiede nell'AI in sé, che è una tecnologia potente e promettente, ma piuttosto nel modo in cui veniva concepita, progettata e implementata all'interno dei processi aziendali. Spesso, l'AI viene vista come una soluzione universale, capace di risolvere qualsiasi problema con un semplice click, senza considerare le specificità e le esigenze reali delle aziende.
Per questo abbiamo deciso di cambiare rotta e di sviluppare i nostri Hatchi con un approccio più mirato e consapevole, basato su tre principi fondamentali che guidano ogni nostra decisione progettuale:
- Specificità vs Generalità
- Semplicità d'uso
- Valore concreto e misurabile
Questi principi ci guidano a creare strumenti che non solo rispondono a problemi reali, ma che si integrano perfettamente nei flussi di lavoro esistenti, migliorando l'efficienza e l'efficacia delle operazioni quotidiane.
Perry: un esempio concreto
L'esempio più recente di questo approccio è Perry, il nostro Hatchi specializzato nella gestione delle email. Non è nato dalla domanda "come possiamo creare un assistente email AI?", ma da un problema concreto che vivevamo ogni giorno: trascorrevamo troppe ore a filtrare manualmente le email, perdendo tempo prezioso che poteva essere dedicato ad attività a maggior valore.
A differenza della maggior parte degli strumenti in circolazione, Perry:
- Non richiede di imparare una nuova interfaccia: lavora silenziosamente in background
- Non promette di "gestire tutte le tue comunicazioni", ma si concentra su operazioni specifiche e ben definite
- Non richiede configurazioni complesse: una volta collegato, impara dalle tue abitudini
Il risultato?
Già dalle prime settimane di utilizzo abbiamo osservato una significativa diminuzione del tempo impiegato per gestire l'inbox, un incremento della rapidità di risposta alle email prioritarie e sopratutto maggiore tempo e focus da dedicare alla altre attività.
La differenza è nell'approccio, non nella tecnologia
La vera differenza tra gli Hatchi e la maggior parte degli agenti AI sul mercato non sta nella tecnologia sottostante, ma nell'approccio alla progettazione:
- Partiamo dal problema, non dalla soluzione Ogni Hatchi nasce per risolvere un problema specifico che noi o i nostri clienti sperimentano in prima persona. Non sviluppiamo tecnologia in cerca di applicazioni, ma soluzioni a problemi concreti.
- Misuriamo ossessivamente l'impatto Prima di considerare "pronto" un Hatchi, lo testiamo misurando il tempo risparmiato e l'impatto sul processo.
- L'esperienza utente è la priorità Un Hatchi deve integrarsi naturalmente nei flussi di lavoro esistenti, riducendo - non aumentando - il carico cognitivo dell'utente.
Il test finale per ogni nostro Hatchi è semplice ma brutalmente onesto: "Lo useresti tu stesso ogni giorno per il tuo lavoro?"
Se la risposta non è un "sì", ritorniamo alla fase di progettazione. Questo metodo richiede più tempo e risorse, ma assicura che ogni strumento che lanciamo soddisfi un bisogno reale e offra un valore tangibile.
Se vuoi capire se e come l'AI può concretamente migliorare i tuoi processi aziendali, parliamone.