Come uscire con un piano editoriale Social tra campagne PPC, pubblici davvero personalizzati, obiettivi di campagna e Facebook Business Manager.
Ci siamo lasciati con il piano editoriale del nostro cliente Gover pronto per essere utilizzato su Facebook.
Il passo successivo è programmare i post e utilizzare gli strumenti di PPC che ci offre la piattaforma. Avendo scelto Facebook come social, utilizzeremo Facebook Business Manager.
Prima di iniziare a pensare al budget e a come organizzare la nostra campagna, abbiamo speso del tempo per capire a chi rivolgerci: abbiamo avuto l'esigenza di creare un pubblico personalizzato.
Il nostro scopo non era rivolgerci a più persone possibili, ma far vedere i post a chi poteva effettivamente essere interessato ai contenuti proposti.
Far visualizzare il post sponsorizzato a quante più persone possibili non è una buona strategia. Oltre a sperperare il budget, si perde la possibilità di indirizzare la sponsorizzazione alle persone giuste e quindi si perde in efficacia dei risultati attesi che, ricordiamolo, nel nostro caso erano aumentare le visite nei punti vendita e, di conseguenza, le vendite.
Il target corretto da raggiungere era perciò un potenziale cliente o, per lo meno, una persona interessata al tipo di contenuto proposto.
Abbiamo delineato il target specifico su Facebook usando le funzionalità base di Facebook così da escludere alcuni interessi non in linea con il target e invece intersecare:
Siamo poi passati alla parte più interessante ed efficace: giocare con il pubblico lookalike. Ciò ci ha permesso di trovare persone nuove potenzialmente interessate alla nostra azienda cliente perché erano simili (per età, genere, localizzazione, interessi ecc.) a chi già faceva parte del target. Abbiamo raggiunto il risultato chiedendo al sistema di individuare, attraverso il pixel di Facebook:
Dopo aver selezionato il pubblico e deciso il budget, anche con qualche confronto con il cliente, abbiamo caricato e programmato i post su Facebook per poi impostare, su ogni post, la campagna di advertising, basandoci sui pubblici personalizzati.
Abbiamo escluso fin da subito l'idea di creare ghost post per poter avere contenuti sempre visibili nella pagina Facebook di Gover.
Che tipo di obiettivo Facebook dare a questa campagna ADV, destinata a una fase di awareness e quindi di contatto con un pubblico nuovo? Come obiettivo di campagna abbiamo scelto l'interazione. Nonostante inizialmente, infatti, fossimo più orientati verso un obiettivo di traffico, diversi test ci hanno smentito, mostrando che la scelta più indicata in questo caso fosse proprio l'obiettivo di interazione.
Proprio per aprire il più possibile all'interazione e all'awareness, abbiamo anche stabilito di non usare ghost post, ovvero quei post visibili solo nelle sponsorizzate. Grazie a questa scelta, abbiamo ampliato l'efficacia dell'annuncio.
Sponsorizzata dopo sponsorizzata, raccogliendo i dati, siamo stati in grado di correggere e portare, di volta in volta, qualche miglioria.
Dall'inizio del piano strategico di web marketing ad adesso, dopo un anno, i post coinvolgono un pubblico sempre più allargato, un pubblico in target, realmente interessato al prodotto, e lo inseriscono nel funnel che stiamo usando per portare nuove richieste commerciali al cliente.
I fan della pagina Facebook sono cresciuti esponenzialmente, così come anche le interazioni con i post.
All'aumento dell'engagement sulla pagina social è di conseguenza aumentato anche il traffico, sempre più qualificato, verso il sito del nostro cliente, elemento che ha portato a creare lead fisici nei punti vendita, aumentando così le vendite.
Un buon piano editoriale, inserito in un contesto strategico di web marketing, si rivela vincente ed essenziale.